SOLTANTO UNO SGUARDO


C'è una strada che ho percorso infinite volte.
La faccio da quando sono bambino.
Ieri a fianco dei miei genitori.
Oggi da solo o con Lei.
Infiniti sono anche i nomi dei paesi che in quella strada lasciano traccia di sé.
Li conosco a memoria.
Come i tifosi più fedeli ricordano le formazioni vincenti del passato.
Per me sono sempre stati poco più di cartelli stradali.
Nomi che nella mia mente venivano rappresentati con totale libertà.
Avevamo sempre fretta di arrivare.
Prima i miei genitori.
Poi io.
Ad alcuni paesi ho concesso parte della mia libertà lasciando che si facessero rappresentare da un benzinaio, da un bar o dalle architetture che si affacciavano sulla strada.
Insomma benzina, caffè e una manciata di sguardi, spesso sovrappensiero.
In fondo contava solo la destinazione.
Tutto il resto era di passaggio.
Strumentale.
Non era ciò che era, ma la distanza dalla meta che rappresentava.
Oggi invece ho deciso di fermarmi lungo la strada per farmi un giro e mangiare qualcosa in compagnia.
Ho lasciato che uno di quei cartelli stradali mi parlasse meglio di sé ed ho scoperto un posto incantevole.
Con esso ho ritrovato il Caso.
Ho vaneggiato su quanto si possa avanzare fermandosi.
Ho ricordato quante cose ci perdiamo per andare sempre nei soliti posti e nel cercare di farlo nel minor tempo possibile.
Ho infine dovuto ammettere che a volte può bastare poco per regalarsi attimi di meraviglia.
Concedere un paio d'ore al Caso e non guardare ostinatamente avanti.
Forse non sempre e non per tutti è così poco, ma credo che la prossima volta mi fermerò nuovamente a fare due chiacchiere con uno di quei cartelli stradali a cui mi sono sempre limitato a concedere soltanto uno sguardo.


Foto di Aurora Angelini

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