LA BOTTEGA DELLA FIABA

Re Zeta Factor presenta:
LA BOTTEGA DELLA FIABA 
Laboratorio scenografico sulla fiaba
Pannello scenografico in scala - Gli interni



Premessa

La prima idea, lette alcune pagine di approfondimento sulla fiaba, è stata di riagganciarmi all’artigianato attraverso il sottotema mestieri. Ho così iniziato a cercare nella tradizione fiabesca personaggi che esercitassero lavori manuali, in buona parte scomparsi con le rivoluzioni industriali. E’ proprio in questo viaggio tra calzolai e fabbri, tessitori e maniscalchi, che si è fatta largo la figura, a metà tra dimensione fantastica e realtà, del piccolo artigiano della fiaba ed un nuovo obiettivo per il laboratorio: coinvolgere i partecipanti nella creazione di una fiaba e, attraverso la realizzazione di elementi scenografici, nella sua rappresentazione. La scelta di chiamare la nostra officina per apprendisti fiabaioli La bottega della fiaba è stata una naturale conseguenza. 
Per la realizzazione di questa idea è stato importante osservare le analogie tra l’origine, la storia e le caratteristiche dell’artigianato e quelle della fiaba. Storicamente le fiabe hanno sempre fatto parte della cultura popolare e orale ed importanti studi del Novecento hanno dimostrato come la loro nascita e diffusione si sia verificata con forme comuni in tradizioni distanti tra loro. Tramandate oralmente di generazione in generazione le fiabe venivano spesso modificate da chi le narrava, che finiva per mescolare gli episodi di una con quelli di un’altra. Ad aver reso possibile questo fenomeno, ed il conseguente proliferare di fiabe con personaggi e trame affini, è la sostanziale omogeneità strutturale di tutte le fiabe, tesi celebre del linguista ed antropologo russo Vladimir Jakovlevič Propp. Nella sua Morfologia della fiaba [1928] Propp ha cercato di dimostrare con approccio scientifico come, al di là del luogo di origine e della cultura che le ha create, le fiabe presentino una stessa struttura che ritrova al suo interno gli stessi personaggi che ricoprono le stesse funzioni in relazione allo svolgimento della storia. Interessante, anche rispetto alle finalità del laboratorio, è la Legge della trasferibilità secondo la quale “le favole possiedono una caratteristica: le parte componenti dell'una possono essere trasferite nell'altra, senza modificazione alcuna”(1)
Tradizione e trasmissione orale sono fattori che caratterizzano anche la storia dell’artigianato, genericamente definito come un'attività lavorativa i cui prodotti sono fatti completamente a mano o per mezzo soltanto di semplici attrezzi. La semplicità dei mezzi nasce dalla necessità di rispondere in modo diretto ad esigenze pratiche della vita quotidiana, di rendersi autosufficienti ed emanciparsi dalla Natura. Gli oggetti d’uso comune che vengono creati vanno quindi oltre la semplice decorazione, sono quasi sempre il frutto di un incontro tra funzionalità ed estetica, tra la materia e l’individuo che la plasma, lontano dalla fabbricazione in serie della produzione industriale. 
Questo aspetto si può ritrovare anche nella fiaba che, pur caratterizzandosi per una struttura omogenea, acquisisce unicità nelle parole del narratore e nell’immaginario del bambino, sfuggendo ad ogni meccanismo di ripetizione impersonale e mostrandosi nella sua “infinità varietà ed infinità ripetizione”(2). Nonostante ogni confronto con la favola attribuisca a quest’ultima, come tratto distintivo, la finalità educativa, l’importanza della fiaba va oltre il semplice intrattenimento, rivelandone la capacità di dare risposte agli interrogativi del bambino e al suo processo di emancipazione dalle proprie paure. E’ un argomento centrale del libro  Il mondo incantato [1977] di Bruno Bettelheim nel quale, indagando sui suoi significati psicoanalitici, si cerca di dimostrare come la fiaba, aiutando il bambino a sviluppare la sua fantasia, lo aiuterà a rispondere a domande che altrimenti rimarrebbero aperte, perchè "Il bambino ha bisogno soprattutto di ricevere suggerimenti in forma simbolica circa il modo in cui poter affrontare questi problemi e arrivare senza danni alla maturità"(3). Nell’analisi dello psicanalista austriaco il mezzo migliore per trasmettere un retaggio culturale al bambino è la letteratura e fondamentale è l’impatto con chi se ne prende cura, che attraverso il racconto di una fiaba gli permette di dare un significato alla propria esistenza.



Presentazione

Il laboratorio sarà suddiviso in due parti, la prima dedicata alla fiaba e la seconda alla scenografia
Il bagaglio conoscitivo ed il livello di manualità della fascia di età a cui abbiamo scelto di rivolgerci, 12-14 anni, ci permetterà di alternare momenti didattici a momenti creativi, senza con questo rinunciare al gioco. Nel nostro percorso un ruolo fondamentale sarà svolto dal lavoro di gruppo e dall’interazione tra le individualità che lo compongono. Costituirà, in questa delicata fase di ingresso all’età adolescente e di crescente apertura al mondo esterno, parte integrante della buona riuscita del laboratorio. Ogni giornata avrà come breve cornice introduttiva e di chiusura lo scambio dei racconti, delle fiabe che i ragazzi già conoscono o di quelle che l’educatore ritiene possano costituire, in relazione all’ordine del giorno, un valido stimolo creativo. La trasmissione di emozioni e di sapere tra i partecipanti, e tra l’educatore ed i partecipanti, andrà a formare il materiale comune da cui attingere e prendere spunto per la creazione di una fiaba originale e della sua successiva trasposizione scenografica.
I primi quattro incontri ripercorreranno le parti essenziali che compongono l’intreccio fiabesco: situazione iniziale, complicazione, svolgimento e conclusione. Nel primo giorno lavoreremo sulla scelta dei personaggi più importanti, dei luoghi in cui si svolgerà la vicenda e sull’introduzione della situazione che darà inizio alla storia. Lo faremo presentando e caratterizzando il ruolo e la funzione(4) delle figure chiave, individuate da Propp, della fiaba: l’eroe protagonista, l’antagonista, il  falso eroe, l’aiutante, il donatore, il mandante e la persona ricercata [Tabella 1]
Prima di addentrarci nella fase creativa del laboratorio tracceremo delle linee guida sul linguaggio(5) con cui descrivere tempi e luoghi della situazione iniziale, in entrambi i casi indefiniti (tanto tempo fa, in un castello etc...).

Tabella 1 - I personaggi individuati possono non essere presenti tutti nella stessa fiaba.


Nel secondo giorno ci dedicheremo alla scelta dell’evento che ostacola l’azione del protagonista, che potrà essere un fatto imprevisto, un incantesimo o l’introduzione di un personaggio malvagio. 
In questa fase lavoreremo sulla presenza di elementi magici e fantastici, caratteristica determinante della fiaba, e accenneremo alle funzioni narrative principali che animano l’intreccio, a cui ci dedicheremo il giorno seguente. Sempre con riferimento alla Morfologia della fiaba, ci concentreremo su alcune funzioni essenziali: danneggiamento, mancanza, allontanamento, superamento delle prove, mezzo magico, ritorno dell’eroe, punizione e lieto fine [Tabella 2].

Tabella 2 - Propp ne individua 31, ma solo pochissime fiabe le contengono tutte. 
Noi ci concentreremo su quelle essenziali.


Il terzo giorno ci dedicheremo quindi alla stesura del cuore della nostra fiaba, lo svolgimento, lasciando maggiore spazio alla fase creativa. Facendo tesoro dei contenuti appresi nei primi due giorni, ci confronteremo sulle avventure e le prove che deve affrontare il protagonista, dalla sua entrata in scena e dall’azione dell’antagonista, elaborata nei primi due incontri, fino al superamento delle prove e al suo salvataggio.
Il quarto giorno rivedremo infine quanto fatto nei giorni precedenti e daremo vita, prima di introdurre la seconda parte del labortorio, alla conclusione, in cui per la nostra fiaba arriverà il momento del lieto fine. In questa prima fase i ragazzi avranno la possibilità di scoprirsi capaci  di dare nuove forme alle conoscenze acquisite e rielaborarle, confrontandosi con il gruppo e mostrando a se stessi a agli altri la propria forza creativa, in maniera personale. Sarà un’occasione per riscoprire il gusto di creare ed animare personaggi, di costruire intrecci e raccontare.
Il quinto giorno inizieremo a lavorare alla trasposizione scenografica, che sarà influenzata dalla tipologia di intreccio creato e vedrà l’utilizzo di materiali di riciclo. Le quattro giornate potranno essere suddivise rispettivamente nella creazione dei pannelli scenografici, dei costumi dei personaggi e nella preparazione degli strumenti che verranno utilizzati dagli stessi(6) per poi concludere con una giornata incentrata sull’allestimento dello spazio, fase in cui il lavoro di gruppo giungerà a compimento. Dovendo però lavorare materialmente alla realizzazione di una componente scenografica da presentare all’esame, ho deciso di optare per una soluzione alternativa, ugualmente percorribile in un laboratorio reale, ed ho realizzato un pannello scenografico in scala, contenente le quattro scene madre della fiaba e adattabile alle diverse fasi della rappresentazione. Funzionale ad un lavoro di progettazione di una successiva elaborazione a grandezza reale o come semplice esemplificazione del pannello che i partecipanti andranno direttamente a realizzare,  questa soluzione accompagnerà i ragazzi nella quattro giornate dedicate alla scenografia. 
Il trono - Per la realizzazione di questa scena ho unito la tecnica per la creazione di una pagina pop-up al puntinismo

Saranno suddivisi in quattro gruppi, esattamente quante sono lo scene contenute nel pannello, ed esortati e stimolati a collaborare, utilizzare materiali di riciclo e mescolare liberamente le tecniche grafico-pittoriche fin qui apprese. La scelta delle scene da rappresentare e la prospettiva in cui farlo, così come l’allestimento dello spazio nella prima soluzione, aiuteranno i partecipanti ad analizzare  gli spazi su cui creare elementi scenici e quindi a calarsi maggiormente nella dimensione fantastica. 
Il lavoro scenografico sarà anche prezioso per un maggiore ed ulteriore sviluppo della manualità dei ragazzi e per rispondere a tre punti importanti per ogni laboratorio: imparare a modificare e combinare diversi elementi per ottenerne soltanto uno, sviluppare creatività, spirito di autonomia e di sperimentazione, e dare voce al bisogno di sentirsi soggetti attivi, in questo caso toccando, manipolando e costruendo.
Sarebbe interessante che seguisse un laboratorio in cui i ragazzi, autori della fiaba e della sua trasposizione scenografica, fossero guidati nella sua rappresentazione teatrale. Da qui è nata l’idea di collaborare, all’interno della progettazione della nostra ludoteca, con il Laboratorio di drammatizzazione e adottare, a titolo esemplificativo e in assenza di un reale gruppo di lavoro, la stessa fiaba: Wieland il fabbro(7).
Il carcere - Per la realizzazione di questa scena ho unito la tecnica del graffito con pastelli a cera e ad olio e la decorazione con materiali naturali (riso, farro perlato, orzo perlato e caffè) e sale gessato. 



Progetto del laboratorio

Titolo
La bottega della fiaba

Introduzione
Fin dalla loro origine le fiabe sono state tramandate oralmente e si sono ritagliate uno spazio fondamentale nell’immaginario di ogni bambino. Sono state lo strumento prezioso con cui ci hanno cresciuto i nostri nonni e i nostri genitori, che le hanno rese uniche attraverso il loro stile narrativo. Ci hanno regalato momenti di confronto, di scoperta, ma anche offerto risposte ai nostri interrogativi e alle nostre paure. Lo hanno sempre fatto trasportandoci in un’atmosfera magica, tra le mirabolanti avventure dei più disparati personaggi, nei quali immedesimarsi e avere la meglio su ostacoli che ci sembravano insuperabili. Il racconto di una fiaba era, e noi vogliamo continui ad esserlo, un momento importante della nostra vita familiare e sociale perché ci offre la possibilità di stare insieme, di costruire una conoscenza comune e riscoprire la possibilità di liberarci dalle difficoltà attraverso valori semplici come la condivisione, la fedeltà e l’impegno. 
Nasce da qui l’idea di rivolgere il laboratorio ai ragazzi dai 12-14 anni, età in cui i rapporti sociali e con l’ambiente esterno prendono nuove forme, e offrirgli l’opportunità di riscoprire la bellezza della creatività all’interno di un gruppo, di confrontarsi e sperimentare collaborazione, comprensione, senso di identità e di appartenenza. L’opportunità di essere educati all’altro, ma anche di imparare facendosi protagonisti di nuove conoscenze, dalle quali partire per inventare e manipolare nuove idee e nuovi materiali. I partecipanti si faranno tramiti e custodi del retaggio culturale che la fiaba porta con se, saranno gli autori della creazione e della rappresentazione di una storia, che avrà tra le sue ragioni di essere la speranza che i bambini non smettano di stupirsi di fronte alla magia di una fiaba e gli adulti non perdano la consapevolezza dell’importanza di raccontarla. Nel nostro laboratorio conviveranno intrattenimento ed educazione, gioco e conoscenza, manualità e creatività, e daranno vita ad un nuovo intreccio che, come accade per ogni favola che si rispetti, si rivelerà unico. 

Obiettivi generali
Sviluppare la capacità dei partecipanti di lavorare in gruppo senza rinunciare all’espressione della propria individualità, attraverso la condivisione di conoscenze, idee e scelte, e la loro trasposizione creativa.

Obiettivi specifici
-  Sviluppo della capacità di sperimentazione
- Sviluppo delle capacità di gestione e fusione di una pluralità di tecniche e di linguaggi
- Sviluppo della manualità
- Sviluppo delle capacità di socializzazione attraverso l’ascolto e la condivisione
- Sviluppo dello spirito di collaborazione
- Sviluppo della personalità e della partecipazione attiva
- Sviluppo della capacità di gestione emotiva all’interno di un gruppo
- Sviluppo del senso di identità e di appartenenza
- Sviluppo dell’espressione creativa
- Stimolare il confronto sui valori positivi che guidano le azioni dei protagonisti 
- Sensibilizzazione all’utilizzo dei materiali di riciclo

Finalità
- Rendere i partecipanti custodi e tramiti di conoscenze sulle nostre origini e tradizioni
- Rendere i partecipanti responsabili di un processo creativo, come individui e come gruppo
- Sviluppare il senso di gratificazione nel trasporre liberamente e creativamente i contenuti appresi
- Riconoscersi in un lavoro collettivo

Metodo
Prima parte
- Ascolto e condivisione
- Parentesi didattiche
- Giochi ed esercitazioni ad hoc
- Scrittura creativa
Seconda parte
- Introduzione elementi di scenografia/allestimento dello spazio
- Giochi ed esercitazioni ad hoc
- Tecniche grafico-pittoriche
- Drammatizzazione

Destinatari
Fascia di età 12-14 anni

Personale
1 Operatore / 12 Iscritti

Materiali
Artistici: matite, gessetti colorati, pastelli a cera, pastelli ad olio, pennarelli, tempere, colla vinilica, scotch carta, nastro biadesivo, fogli bianchi, cartoncini colorati.
Di recupero: riviste, carta di giornale, scatola di cartone, stecchini/bastoncini di legno appuntiti da spiedino, stecco di legno da gelato, carta asciugatutto.
Naturali: sale fino, sale grosso, riso, spezie, legumi vari, vino, caffè.

Strumenti: pennelli.
Attrezzature: forbici, taglierino, spillatrice.

Tempi e durata 
8 Incontri da 1 ora. Una volta alla settimana.

Prima parte - 4 Incontri da 1 ora:
Prima giornata / Laboratorio didattico e creativo sulla fiaba / Situazione iniziale
Seconda giornata / Laboratorio didattico e creativo sulla fiaba / Complicazione
Terza giornata / Laboratorio didattico e creativo sulla fiaba /  Svolgimento
Quarta giornata / Laboratorio didattico e creativo sulla fiaba / Conclusione

Seconda parte - 4 Incontri da 1 ora:
Quinta giornata / Laboratorio manuale e creativo di scenografia / Pannello scenografico
Sesta giornata / Laboratorio manuale e creativo di scenografia / Pannello scenografico
Settima giornata / Laboratorio manuale e creativo di scenografia / Pannello scenografico
Ottava giornata / Laboratorio manuale e creativo di scenografia / Pannello scenografico

Spazi
Aula teatro o standard.

Verifica
La creazione di una fiaba originale, e la sua trasposizione scenografica, offriranno un feedback costante sull’apprendimento delle conoscenze e la capacità di lavorare in gruppo, permettendo così di apportare in corsa i correttivi necessari. Saranno inoltre creati giochi ad hoc alla fine di ogni giornata.

Prima giornata del laboratorio
La prima giornata inizierà con un gioco di presentazione, che verrà utilizzato non soltanto per la conoscenza dei nomi, ma anche per iniziare subito a calarci in una dimensione fantastica. 
Ci alzeremo in piedi, ci metteremo in cerchio ed ogni ragazzo, dopo aver detto il proprio nome, lo ripeterà legandolo ad un emozione. Il gioco sarà replicato anche nei giorni a seguire, ma con variazioni di complessità crescente (come se fossi un re, come se fossi un re spaventato etc...). 

Seguirà la presentazione del laboratorio e della suddivisione delle otto giornate.

Rimanendo in cerchio ci siederemo a terra e darò inizio alla condivisione dei racconti, leggendo una fiaba breve e cercando di stimolare il confronto, tra ricordi ed interpretazioni.

Seguirà una piccola parentesi didattica sugli elementi della scena iniziale.

I partecipanti saranno poi divisi in quattro gruppi ed invitati a confrontarsi sulla scelta del protagonista della fiaba che andranno a scrivere e del luogo in cui si trova. I gruppi dovranno poi riunirsi, confrontarsi ed effettuare una scelta su cui inizieranno a lavorare nei giorni seguenti.

Seguirà un gioco di verifica: ogni partecipante avrà un foglio ed una penna, dovrà rispondere ad una domanda fatta dall’educatore senza farsi scoprire, piegare il foglio e passarlo.
Le domande (Situazione iniziale? Azione del protagonista? Azione dell’antagonista? Azione dell’eroe? Lieto fine?) serviranno a scrivere delle microfiabe di cui ridere insieme, ma anche ad assimilare la struttura della fiaba.

Per il saluto finale, ci alzeremo in piedi ed ognuno dovrà interpretare la microfiaba del foglietto che si ritroverà alla fine del gioco e chiuderla con un inchino. Anche il saluto finale sarà ripetuto nei giorni a seguire con variazioni di complessità crescente, inerenti all’ordine del giorno. 

Quinta giornata del laboratorio
Mantenendo la struttura tracciata nella prima giornata ed il progressivo incremento della complessità dei giochi di apertura e di chiusura/verifica, la fase centrale del laboratorio sarà dedicata alla realizzazione del pannello scenografico. I partecipanti saranno nuovamente suddivisi in quattro gruppo e si dedicheranno alla rappresentazione di una delle quattro scene madri, mescolando le tecniche grafico-pittoriche fin qui apprese.

Per creare il nostro pannello scenografico in scala useremo delle semplici scatole di cartone e ad ogni gruppo sarà lasciata la massima libertà espressiva. 

Seguirà un momento di scambio e di confronto tra i gruppi sul lavoro svolto.

Uno dei quattro gruppi sceglierà poi un modo originale in cui raccontare la fiaba creata nei primi quattro giorni. Gli altri gruppi lo faranno nei tre giorni rimanenti. 



Note
(1) Vladimir Jakovlevič Propp, Morfologia della fiaba, Einaudi, 2000, cit., p. 12.
(2) Italo Calvino, Fiabe italiane, Mondadori, 1993, cit., p. 11.
(3) Bruno Bettelheim, Il mondo incantato, Feltrinelli, 2008, cit., p. 14.
(4) Per funzione dei personaggi intendiamo l’operato di un personaggio dal punto di vista del suo significato per lo svolgimento della vicenda.
(5) E’ semplice e immediato perchè le fiabe nascono come narrazioni orali, i verbi vengono utilizzati al passato per creare una dimensione indefinita e fantastica, ed è ricco di formule e filastrocche, frasi ed espressioni ripetute, e dialoghi, che rendono più vivace la storia. 
(6) Qualora lo si ritenga opportuno, per il numero dei partecipanti o per la tipologia di fiaba creata, si potrà assegnare a tre gruppi distinti, che dedicheranno tre giorni alla sua realizzazione, una delle tre componenti scenografiche indicate.
(7) Per il testo, ed ogni approfondimento sulla fiaba citata, rimando alla tesina del Laboratorio di drammatizzazione.

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