NONOSTANTE TUTTO


Sono cambiate tante cose, forse troppe, ma il ricordo di quelle giornate spese a condividere musica e idee, tra un sorso di Peroni e un tiro di canna, è ancora indelebile.
Era la metà degli anni novanta.
Le mie prime volte.
Poi con il tempo tutto ha cominciato ad assumere, almeno ai miei occhi, la forma di un'abitudine stanca e svuotata.
Non lo seguo da anni, ma il Concerto del Primo Maggio, quello dei sindacati uniti in cui non crede più 'nessuno', resiste.
Potrei dire che è cambiato lo spirito, la musica e le idee, ma probabilmente per chi lo vive da sedicenne le sensazioni sono le stesse che ho provato quelle prime volte.
E' sicuramente cambiato il mio modo di leggere ed interagire con il mondo. 
Quello che mi accade attorno si è stratificato.
Le chiavi di lettura si sono moltiplicate e la difficoltà di condividere in toto una nuova istanza politica è aumentata drammaticamente.
Tutto mi appare sempre più complicato dei messaggi che ricevo dall'esterno.
Tutto più interessante e meno oggettivo di un messaggio promozionale.
Eppure tutto si presenta in modalità marketing e lo slogan del 'Concertone' mi sembra un ottimo esempio ("Vi spettiniamo anche quest'anno").
Tutto è esaltazione dell'efficacia comunicativa, un'efficacia che prescinde sempre la verità e la coerenza dei contenuti.
La sensazione è sempre che stiano parlando con qualcun altro.
La sensazione è che tutto si stia omologando drasticamente.
In questa bulimia di slogan e frasi retoriche le celebrazioni hanno perso per me parte del loro fascino in attesa di nuove azioni ed eventi che sappiano onorarne o rinnovarne il senso.
Perchè è vero, come dicono molti, che senza memoria non c'è futuro, ma è anche vero che non si vive di soli ricordi.
Forse sono solo cambiato io.
Forse è soltanto cambiato il mio punto di osservazione.
Forse i 'forse' sono un bene che nel frattempo ha deciso di vestirsi male.

Nonstante tutto, buon Primo Maggio a tutti...

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