IO, LEI ED IL FORMAGGIO MANCATO
Da sempre abbiamo solo rapporti occasionali, che si intensificano in modo direttamente proporzionale all’imponenza
del mio disordine, della mia distrazione o, per i più fatalisti, della mia
sfiga. Ogni volta è come se fosse la
prima volta, come se le nostre strade s’incontrassero proprio lì, in quel
preciso istante, per un'ennesima prima volta. Entrambi non amiamo quello che stiamo per
fare, ma siamo consapevoli di doverlo fare. Ad unirci è soltanto il desiderio
di farlo nel minor tempo possibile, e una promessa: sarà l’ultima volta.
Oggi ho rivissuto queste stesse
sensazioni e, guardando attentamente che nessuno mi stesse osservando, mi sono
avvicinato a lei, sono entrato e ho chiuso la tenda. Anche lei ha cercato di non
dare nell’occhio e ha preferito che la pagassi prima di parlare. Mi ha detto di
accomodarmi e mi ha dato tutte istruzioni necessarie a portare a termine la
missione nel miglior modo possibile.
Tre, due, uno: primo scatto. Scelgo di concedermi una seconda possibilità. Tre, due, uno: secondo scatto. Non voglio accontentarmi. Ultima possibilità. Tre, due, uno: terzo scatto. Niente da fare, ho di fronti tre scatti identici, con faccia da lestofante e luce battesimale in fronte. Per quanto mi riguarda
può tranquillamente scegliere lei.
Negli ultimi anni ho perso tre carte d’identità con tre modalità diverse, ma
nelle fototessere avevo sempre la stessa espressione, un’espressione che nella
vita di tutti i giorni non indosso mai. Qualcosa in lei mi irrigidisce, mi spinge a cercare di dimostrarle qualcosa, a
farle vedere che non la temo e che posso fare il grande passo, accennare un
sorriso e respingere il fascio di luce con la mia pelle avvolgente.
Anche questa volta ha avuto la meglio lei, ma non finisce
qui.
Cheese.
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