IL CIELO IN UNA STANZA



Terrorismi versatili, repressioni multicolore e stragi solitarie. 
Strumentalizzazioni telefonate di politici sempre più imbarazzanti.
Individualismi esasperati che all'occorrenza si fingono popolo e perdono memoria. 
Priorità sballate e sapientemente manovrate dall'alto, perché la causa è sempre altrove.
Informazioni pronte all'uso, date in pasto ad utenti onnivori e desiderosi soltanto di puntare il dito. Vanità e maleducazione ostentate con orgoglio, senza possibilità di appello per chiunque provi a metterle in discussione.
Lo scenario in onda passa questo e poco altro, ma poi ti guardo e, come d'incanto, 'Il cielo in una stanza' si trasforma in una canzone sulla paternità.
Le tue braccia fluttuanti nel vuoto, in ricordo dei nove mesi appena trascorsi, le tue smorfie infinite, che non la smettono di rapirmi, quelle guance da mordere, che mettono costantemente in pericolo i lineamenti del tuo viso, e le tue mani, così fragili e irrequiete, che quando si aggrappano con forza ad un dito della mia mano mi fanno sentire onnipotente.
Tutto questo rende tollerabile quanto nel mondo mi mette a disagio e mi fa sentire fuori luogo.
Tutto questo mi fa sentire migliore.
Pronto a sorridere, sempre e comunque.
Oltre le miserie del mondo e le mie.
Insieme a te.


Commenti

Post più popolari