DAGLI 'AFORISMI POLITICI' AL 'DE POLITICA'

[Fig. 1] 



LA NATURA DEL DOMINIO


1.  La politica come scienza  

1.1.  Dagli Aforismi politici al De politica

Nella produzione politica campanelliana, eterogenea e allo stesso tempo unitaria, gli Aforismi politici assumono, grazie alla loro natura sistematica, un ruolo centrale. A distinguerli dagli altri testi, genericamente configurabili come trattazioni specifiche su argomentazioni circoscritte, è la loro emancipazione da riferimenti particolari alla realtà storica, qui ridotta ad esemplificazioni strumentali, che ci autorizza a considerarli, conformemente all’intenzione del loro autore, un’esposizione organica della scienza politica dello Stilese. 
Se nelle altre opere il richiamo all’universalità di un principio politico è finalizzato alla comprensione di un problema specifico, qui l’appello alle contingenze storiche serve a testimoniare la validità del principio stesso. Come ha sottolineato Rodolfo De Mattei[134], negli Aforismi non vengono espressi concetti che non siano già disseminati nelle altre opere campanelliane, alle quali l’autore fa infatti costantemente riferimento, ma la possibilità di vederli susseguirsi secondo un ordine consequenziale ne fa uno strumento prezioso per una identificazione complessiva della sua dottrina politica.
Il contenuto degli Aforismi politici, composti verosimilmente negli ultimi mesi del 1601, si è accresciuto, a dimostrazione dell’importanza attribuitagli dallo stesso Campanella, attraverso una lunga serie di revisioni, conclusasi soltanto nel 1637 con l’edizione parigina della Philosophia realis, in cui il testo, integrato con oltre 90 aforismi e suddiviso in 15 capitoli, è inserito con il titolo definitivo di De politica. Scritti prima in italiano, poi rielaborati due volte nel 1607 con l’aggiunta di postille latine, gli Aforismi vengono redatti per la prima volta in latino nel 1614, in una stesura che sarà nuovamente corretta nel 1618, per poi vedere la luce a Francoforte, a cura di Tobia Adami, nel 1623, depurata degli attacchi violenti ai luterani, sia per l’adesione del suo curatore alla Riforma, sia perché la stampa avrebbe avuto luogo in un paese protestante. Attraverso altre tre revisioni (1632, 1633-1634, 1637) e l’integrazione di due capitoli interamente nuovi, gli Aforismi hanno quindi raggiunto la loro forma definitiva, con la reintroduzione delle mutilazioni della versione francofortese, nell’edizione pubblicata a Parigi, a cura dello stesso Campanella, nel 1637. Con il nuovo titolo di De politica ed inseriti nella Philosophia realis accanto alla trattazione sistematica della Physiologia, dell’Ethica e dell’Oeconomica, gli aforismi passano così a 241, ordinatamente suddivisi in 15 capitoli, dai 150 della redazione italiana[135] .
Dei due capitoli aggiuntivi il primo espone la concezione giuridica dello Stilese (cap. II) ed il secondo propone una nuova trattazione, che si aggiunge alla precedente senza sostituirla, degli strumenti del dominio (cap. IX), ponendo l’accento, che prima era caduto sulla opportunità di fondere lingua e spada, sul ruolo primario della lingua, a testimoniare implicitamente il fermo convincimento della razionalità assoluta del Cristianesimo e della forza persuasiva del Verbo evangelico, che caratterizza la fase matura del pensiero campanelliano. 



Note
[Fig. 1/d] Litografia (mm. 117 x 86), anonima; pubblicata in L. Amabile, Fra Tommaso Campanella, la sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, Napoli, Morano, 1882, 3 voll. (la litografia – impressa nello stabilimento litografico Pagnetta di Napoli – figura di contro al frontespizio del vol. I). Come indicato in calce al ritratto, il disegno si baserebbe sul dipinto di Cozza, tuttavia con un risultato infedele rispetto al modello. È da ricordare che, qualche anno dopo, lo stesso Amabile commissionò un busto in bronzo di Campanella allo scultore leccese Francesco De Matteis, il quale – basandosi sulla litografia pubblicata nel 1882 – realizzò un ritratto del tutto immaginario del filosofo (Vedi Fig 1/e in Eugenio Canone, IL VOLTO DI TOMMASO CAMPANELLA, Dipinti e incisioni).
[134] R.De Mattei, Studi Campanelliani, G.C.Sansoni Editore, Firenze 1934, p. 34.
[135] Per una ricostruzione dettagliata delle cronologia delle revisioni degli 'Aforismi politici' cfr. L.Firpo, Aforismi politici, Istituto Giuridico dell’Università, Torino 1941, pp. 13-47.



Tesi di laurea di Michele Nucciotti
Relatore Prof.ssa Germana Ernst
Correlatore Prof. Giacomo Marramao


ANNO ACCADEMICO 2005/2006


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